• Antonio Onorato – Neapolitan Avantgarde (2025)

    Avantgarde e tradizione: è la formula magica del nuovo lavoro di Antonio Onorato, NEAPOLITAN AVANTGARDE (Guitarangel Music, 2025), e non è un ossimoro.
    È la capacità di contaminare stili, culture e suoni diversi.
    È a tutti gli effetti un’interpretazione di standard (come avviene sistematicamente nel jazz), aggiungendo uno strato di modernità che proviene dai suoni della tradizione, trasformandola in arte d’avanguardia. 
    Perché “…ogni narrazione non si esaurisce in se stessa, ma assume sempre altri significati, è sempre una metafora, un’immagine di altro, talora sopravvenuta a lavori in corso”, come scriveva Eric Auerbach, filologo e critico del secolo scorso, a proposito della mimesi nelle arti.

    L’album contiene 8 titoli, in un percorso che unisce la più profonda anima napoletana e la ritmica afro-americana attraverso ovviamente gli strumenti interpretativi del jazz, seguendo una linea ed un tono estetico coerente ed evoluto.
    A conferma di questo, in apertura c’è la Tammurriata nera, guidata dall’eloquio di un sax che sembra parlare in dialetto napoletano supportato da una base ritmica quasi da rhythm’n’blues.
    La poesia in musica di Pino Daniele di Chi tene ‘o mare fa cambiare prospettiva, dipingendo attraverso sax, basso e chitarra un affresco dalle tinte intense e profonde come quelle del mare: non è peraltro la prima versione di questo capolavoro interpretata da Onorato, già rivista con Eddy Palermo nel 2014, in una versione altrettanto toccante.
    Ci sono poi Neapolitan Minor Blues e ¾ e un po’, che virano verso un blues luminoso e aperto, molto comunicativo.

    Antonio Onorato al FORTE! Festival (foto di Roberta Barletta)

    Non menzioneremo tutte le tracce, che sono da scoprire per chiunque vorrà ascoltare quest’album imperdibile: ma per una questione affettiva molto personale (credo dovuta al mio patrimonio genetico napoletano), dobbiamo aggiungere la versione più classicamente jazz che sia mai stata fatta di Palummella.
    Ancora una volta il bebop (o quasi!) canta Napoli.

    Menzione di merito anche agli altri musicisti che creano il sound del disco: accompagnano Onorato in modo impeccabile artisti del calibro di Gianni D’Argenzio (sax), Angelo Farias (basso) e Salvatore Tranchini (batteria), che in concerto offrono performance tra jazz, tradizione e sperimentazione.

    Onorato è uno spirito in costante movimento, che un anno fa ci aveva inebriato con LA CORTE DEL REMER: il chitarrista partenopeo, che per default includiamo tra i jazzisti italiani più prolifici, in realtà merita di più di un’etichetta.
    Un musicista la cui personalità, sensibilità e tecnica ineccepibile, arricchitasi nel corso degli anni grazie a collaborazioni importanti e ad esperienze internazionali, va annoverata tra quelle più carismatiche del jazz contemporaneo (e non solo italiano).

    Lunga vita al jazz mediterraneo!

    (Ed Pisani, aprile 2025)

  • I GOT A NAME – Il mito di Jim Croce in musica e parole

    Domenica 4 maggio alle 18,30, nella sede di FORTE! Festival (piazza Saffi 37, Civitavecchia) presenteremo una produzione originale dedicata a un cantautore americano degli anni ’70 poco fortunato, ma importante per tanti dei nostri musicisti: Jim Croce, grande chitarrista e cantante scomparso oltre 50 anni fa, che ha lasciato un ricordo indelebile nel pop statunitense.
    Lo spettacolo avrà il formato delle nostre Storie di Note – racconto e musica dal vivo: ve lo presentiamo con la voce dei protagonisti!

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    I Got a Name – Il Mito di Jim Croce racconta una storia nata 80 anni fa, ma la cui eredità è fra noi ancora oggi, più vivace che mai, e vive nella cultura pop fra serie TV, film iconici e fan appassionati di generazione in generazione da tutto il mondo.

    È la storia di Jim Croce, il cantautore italoamericano le cui canzoni sono sopravvissute alla sua tragica e prematura scomparsa, conservando attraverso il tempo l’uomo nella sua musica, come se fossero stati messi, è il caso di dirlo, in bottiglia.

    Infatti Time in A Bottle, Bad Bad Leroy Brown, I Got a Name e moltissimi altri suoi classici senza tempo, costelleranno una narrazione intima, personale, affettuosa su come si sia venuto a creare il genio compositivo e parolistico di Jim, quali sfide abbia dovuto affrontare per raggiungere un sogno che il destino non gli ha permesso di assaporare e soprattutto, perché la sua musica sia ancora oggi così potentemente espressiva, dotata di una poetica e di una melodia che superano i decenni e ci parlano a tu per tu, dolci e schiette.

    Lo spettacolo sarà accompagnato dalle sapienti chitarre e dalle voci di Alberto Burattini e Gianluca Bonamano, e diretto dalla narrazione di Aurora Garofolo: ma per farvi entrare di più nel mondo di Jim Croce, il racconto sarà arricchito con immagini, voci… e un QR Code per accedere ai bellissimi testi delle canzoni che saranno proposte, in lingua originale e tradotti in italiano!

    Gianluca e Aurora durante la web session del Watercolour Duo (Foto di Giulia Cerri)
  • Una festa davvero FORTE!

    DJ Sturo e DJ Gabbo all’opera!

    Una serata di dance con musica da festa – con sigle e pezzi da hit parade – e tanta Raffaella Carrà! L’ottimo DJ Sturo (coadiuvato dall’emozionatissimo DJ Gabbo – complimenti anche a lui!) ha saputo leggere la sala con maestria, e ha tenuto in pista a ballare fino a notte alta i tanti amici che sono venuti a divertirsi con noi al Villaggio del Suono… la classe non è acqua!

    Ad aprire la serata, con un concerto emozionante e sentito (e pieno di senso ed emozioni) era stato un altro gruppo all’esordio con noi, Le Uova Fatali del nostro Mauro Siviero, che con l’aiuto del padrone di casa Alberto Burattini hanno proposto una scaletta tirata e compatta, entusiasmando il pubblico (che dopo il bis voleva pure il ter e il quater!) con la loro wave venata di rock, piena di richiami a dischi che amiamo (dal post-punk italiano in stile Diaframma ai racconti in musica dei Massimo Volume).

    Una serata di buone vibrazioni e di festa pura, con tanti amici a organizzare (menzione di merito per i baristi Francesco, Lorenzo e Alberto, e per l’infaticabile Giulia e l’inesauribile Antonio) e a scatenarsi in pista (musicisti inclusi – come le nostre voci Gwenne e Flavia): e siccome ci siamo divertiti tanto, promettiamo che ci sarà presto modo di riascoltare Le Uova Fatali… e anche di tornare a ballare al Villaggio del Suono (a proposito, GRAZIE! a Roberto e a tutto il suo gruppo!) – seguiteci per avere notizie in anteprima!

  • Balla col FORTE!!! Un’altra festa rock e dance al Villaggio

    Il gioco di parole tra FORTE e Hulk lo avete colto, vero?

    Un’altra festa in musica – e sempre al Villaggio del Suono!

    Tornano le improbabili SELEZIONI TRASH di DJ Sturo con tanti brani scelti direttamente DA VOI: e prima di ballare, antipasto rock con LE UOVA FATALI in concerto!!!

    FORTE! Festival e Villaggio del Suono vi aspettano dalle 22: è richiesto un contributo associativo e la PRENOTAZIONE SCRIVENDO a fortefestivalcivitavecchia@gmail.com (ci saranno un massimo di 200 accrediti).

    E nella mail potete indicarci UNA CANZONE che volete ascoltare, e noi la passeremo a DJ Sturo!

    Prenota il tuo posto su-bi-tooooo! Manda la mail, o inquadra il QR Code qui sotto 😉

    La pista da ballo del Villaggio (foto Roberta Barletta/ZWR)
  • Col paracadute aperto: l’esordio dei Coldplay raccontato e suonato dai Lemon Spritz

    Quando, ormai un quarto di secolo fa!, PARACHUTES arrivò sui nostri giradischi, fu subito chiaro a moltissimi che si trattava di qualcosa di speciale: gli inglesi Coldplay stavano esordendo con un disco che declinava in maniera personalissima tante idee del rock alternativo dell’epoca, e tra i brani acustici e intensi della scaletta ce n’erano molti che sembravano destinati a durare – Yellow, Don’t Panic, Shiver, Trouble

    Oggi sappiamo che PARACHUTES è uno degli ultimi grandi classici del rock, e a venticinque anni di distanza possiamo confermare che sì, tutte quelle canzoni che ti restavano in testa e ti emozionavano erano davvero degli evergreen: e quindi non sarà una sorpresa scoprire quanto Chris Martin e soci siano amati anche dai musicisti della nostra scena, che sono cresciuti ascoltando le canzoni del quartetto inglese.

    I nostri Lemon Spritz, che sono ANCHE fan dei Coldplay, hanno deciso di rileggere e raccontare PARACHUTES, suonandolo integralmente in acustico, e presentando i brani con le storie cui questi sono collegati: e conoscendo la passione con cui Alberto Burattini, Massimo Santovecchi, Lorenzo Patanè ed Elia Campogiani affrontano questi progetti, siamo certi che il concerto di domenica 13 aprile (sempre nella nostra sede di piazza Saffi, dalle 18,30, a ingresso libero) sarà memorabile!

    Lemon Spritz (foto Roberta Barletta/ZWR)
  • Alessio Gismondi, De Gregori, Calcutta, tanti artisti… e tantissimi amici

    Gli ultimi due appuntamenti di marzo nella sede di FORTE! Festival erano molto diversi tra loro: Alessio Gismondi ha presentato il libro HOMO FABER, che racconta la sua storia di artigiano e tante immagini della vita di tutti noi, mentre la seconda puntata della serie LA VITA, AMICO, È L’ARTE DELL’INCONTRO proponeva un omaggio collettivo ai canzonieri di due grandi firme della canzone d’autore italiana, Francesco De Gregori e Calcutta.

     

    A collegare i due eventi, la musica: quella del DJ Andrea Sturiale, che punteggiava gli aneddoti e le risposte di Alessio alla nostra Donatella Donati, e quella dei tanti artisti convenuti per partecipare alla cantata – Acquasorgiva, Gwenne, Flavia Leonori, Giulia Cerri & Claudio Biferale, Giampiero Boncordo, Riccardo Pasquarella, Michele Meloni, Matteo Balsamo e l’esordiente (da noi!) Riccardo Navini, coordinati e coadiuvati dai Masters of Ceremony Francesco Di Iorio e Alberto Burattini, e dai musicisti dei Lemon Spritz Massimo Santovecchi e Lorenzo Patanè.

    Ma in comune tra le due belle serate c’è stata anche la partecipazione del pubblico, attento e interessato sia ai racconti di Alessio Gismondi, che alle esecuzioni personali di tanti brani storici del Principe De Gregori e del suo più giovane collega Calcutta: peschiamo tra i tanti momenti memorabili l’esecuzione di Rimmel di Matteo Balsamo, accompagnato da Alberto e Francesco.

     

     

    Tante voci e tante canzoni, per una scaletta che è durata quasi un paio d’ore, e che si è poi conclusa col brindisi di compleanno della nostra Sofia (auguri!!!), e con la cena degli artisti offerta dagli amici di 80Fame, partner dell’evento (grazie Flavio!): nelle foto della galleria curata da Roberta Barletta ritroverete tanti volti della bellissima serata musicale… e le immagini del nuovo palco della sede di FORTE! Festival, un work in progress che vedrete migliorare ancora già dal prossimo evento, che potete già mettere in agenda per domenica 13 aprile sempre alle 18,30, dedicato stavolta a una rilettura integrale in acustico dell’esordio dei Coldplay, PARACHUTES, eseguita e commentata dai Lemon Spritz.

    Non prendete impegni per domenica 13!

     

    Il prossimo evento: domenica 13 aprile, i Lemon Spritz rileggono PARACHUTES, l’esordio dei Coldplay.

    Ringraziamo per il supporto…

  • L’arte dell’incontro #2: quante voci per De Gregori e Calcutta!

    Non sappiamo se sia la scelta dei cantautori da omaggiare, o magari il fatto che era da qualche settimana che non tornavamo alle cantate: ma sicuramente il cast che vedrete all’opera domenica 30 marzo dalle 18,30, nella nostra sede di piazza Saffi 37, Civitavecchia (sempre a ingresso libero!) è il più ampio che ci sia capitato di ospitare!

    A esibirsi nel repertorio di Francesco De Gregori e Calcutta saranno davvero in tanti: Gwenne, Acquasorgiva, Matteo Balsamo, Riccardo Pasquarella, Michele Meloni, Flavia Leonori, Giampiero Boncordo (tutti amici che avete incontrato nelle precedenti cantate), insieme agli esordienti Giulia Cerri e Simone Bruni + Giulia di Capua, chiaramente sotto il coordinamento dei nostri Francesco Di Iorio e Alberto Burattini (che pure saliranno sul palco).

    Alberto Burattini e Gwenne (foto Roberta Barletta/ZWR)

    Palco” lo abbiamo messo in neretto, perché in questa cantata potremo collaudare il nuovissimo spazio scenico della sede, fornito anche di luci e accessori incredibili!

    L’iniziativa ha anche il supporto degli amici di 80Fame: l’esperienza avviata l’anno scorso con A CENA CON L’ARTISTA prosegue con un bel percorso di condivisione, e siamo convinti che ci ritroveremo ancora spesso con loro, durante questa nuova stagione piena di sorprese!

    Se vi va di entrare nel gruppo e partecipare alle attività che stanno partendo, è l’occasione per venirci a trovare… vi aspettiamo! Anche perché sarà l’occasione di parlare del FORTE! Festival 2025, che torna a breve – 16-18 maggio, segnatevi la data!

    Ingresso libero, info mail fortefestivalcivitavecchia@gmail.com

  • Homo Faber: il libro, il DJ set… e il festival in arrivo!

    Sabato 22 marzo dalle 18,30 ci ritroviamo nella sede di piazza Saffi 37 a Civitavecchia, per un evento speciale: la presentazione di HOMO FABER, il libro del nostro amico Alessio Gismondi, guidata dalla nostra Donatella Donati e accompagnato da un DJ set in tema curato da lui e dal nostro DJ Sturo!

    Alessio Gismondi, falegname di professione, eredita il rapporto con il legno da tre generazioni: vive e lavora nella bottega di famiglia a Civitavecchia, e da sempre è impegnato nella ricerca della bellezza e della perfezione del pezzo unico. HOMO FABER racconta un po’ della sua storia, e rappresenta un “diario di un falegname” (come lo definisce lui stesso nel sottotitolo) dove ritrovare il senso di tante cose che condividiamo… inclusa la musica!

    DJ Gismondi in azione (foto Roberta Barletta/ZWR)

    Ma la giornata di sabato sarà anche l’occasione per parlare del FORTE! Festival 2025: come annunciato dall’Amministrazione comunale, la macchina organizzativa è partita da tempo… e domani vi potremo anticipare qualcosa! Intanto segnate sull’agenda le date del festival – 16, 17 e 18 maggio, non prendete altri impegni!

  • Le nostre “cantate” a Donna Arte XI con il Trio Mimosa!

    Un’ora e più di canzoni scelte con gusto, pescando dai repertori visitati insieme nelle “cantate” che FORTE! Festival ospita dall’anno scorso in sede: la musica brasiliana della Vanoni e Gianna Nannini, e tanto altro, con l’energia e l’emozione cui Flavia Leonori, Michele Meloni e Paolo Meloni ci hanno abituato!

    Le foto della nostra Roberta Barletta raccontano l’esibizione del Trio Mimosa: gli Amici del Fondo Ranalli e gli artigiani che esponevano le loro opere nella bella manifestazione nella Rocca del Porto hanno apprezzato… ma contiamo di farvi risentire il trio anche in piazza Saffi nella nostra sede, a breve! Restate sintonizzati…

  • Rome As You Are: un incontro con gli autori

    Daniela Giombini e Dario Calfapietra, i creativi dietro la stupenda fanzine Tribal Cabaret, sono amici di lunga data di FORTE! Festival: incontrarli è sempre un piacere, ma stavolta l’occasione era particolarmente significativa, perché ci siamo ritrovati al CineTeatro Buonarroti insieme agli amici del CineCircolo XXI, per la presentazione del documentario che hanno curato insieme, Rome As You Are. Un’ora di immagini ed emozioni per raccontare un pezzo di storia della musica in Italia: non solo il rapporto tra i Nirvana di Kurt Cobain e Roma, ma anche l’esperienza di una giovanissima e determinatissima ragazza cresciuta col mito del Do It Yourself del punk, che si inventa i suoi spazi di incidenza nella scena musicale italiana di fine anni ’80, maschilista e ostile al nuovo.
    La nostra Donatella Donati e Gianmaria Aletti del CineCircolo XXI hanno intervistato Daniela, chiedendole di raccontare qualcosa di più sul film e su quello che c’è dietro un’opera così intensa.

    Com’è nata l’idea di questo film?
    Nel 2020 ho cominciato a raccogliere materiale e a maturare l’idea di realizzare un documentario sulle date dei due tour italiani dei Nirvana del 1989 e 1991, che avevo organizzato, come promoter e tour manager. Quando abbiamo girato le interviste a Roma nel giugno del 2021 sono state filmate ore ed ore di riprese, stessa cosa nella settimana in cui Bruce Pavitt il cofondatore della Sub Pop (la casa discografica della band e della gran parte della scena grunge) è venuto a Roma.
    La mia idea inizialmente era quella di raccontare tutte le date dei tour ma, visti gli alti costi che avremmo dovuto sostenere e la grande quantità di materiale già girato, abbiamo deciso di focalizzarci solo su Roma. Il regista e produttore Tino Franco purtroppo poi si è ammalato e quindi il montaggio del documentario si è interrotto.
    Dopo la morte di Tino abbiamo pensato che era venuto il momento di rendergli omaggio completando il documentario: in questo è stato determinate il montaggio finale di Dario Calfapietra e la supervisione del progetto di Alessandro Cassigoli (il regista di Vittoria, che abbiamo incontrato al CineTeatro Buonarroti qualche settimana fa insieme al produttore-regista Nanni Moretti, NdR)

    Il film racconta un periodo ben preciso della nostra storia, che riguarda i 50/60enni di oggi, eppure, come testimonia l’ultima scena è in grado di coinvolgere anche giovanissimi che non hanno vissuto quel tempo in prima persona. Perché?
    Solo dopo aver intervistato nel documentario giornalisti, discografici, organizzatori, fotografi, roadie, ecc., tutte persone che erano presenti a quei concerti, ci siamo resi conto del potenziale narrativo a livello generazionale. A quel punto era la mia generazione che parlava, gente che credeva nel mio stesso ideale, la musica, e lo faceva con passione, inventandosi mestieri in un periodo in cui non c’era nessuno che te li insegnava.
    L’ultima scena, l’incontro in un negozio di dischi con una giovanissima appassionata dei Nirvana che si emoziona quando incontra Bruce Pavitt, non era programmata ed è accaduta casualmente, forse per questo appare così spontanea. Rappresenta alla perfezione il cambio generazionale, oggi i Nirvana sono ancora più famosi di quando li ho organizzati, la loro musica è seguita da milioni di teenagers in tutto il mondo.
    Niente è andato perduto, la musica continua e non ha età.

    Il film è girato come un videoclip e per la presenza di diversi spezzoni girati anche con mezzi amatoriali mi ha ricordato lo spirito di una fanzine.
    Credo che quello a cui ti riferisci siano le riprese in Super 8, che ricreano perfettamente lo spirito dell’epoca: è vero, quel bianco e nero sembra quasi una fotocopia sbiadita di una fanzine anni ’80. In realtà girare in Super 8 è stato sempre costoso, ora più che mai perché i rullini sono rari e carissimi e lo sviluppo e stampa sono quasi proibitivi. Tino Franco era un appassionato di Super 8, per cui abbiamo potuto utilizzare un nutrito numero di immagini di repertorio. Per le riprese in studio siamo stati aiutati da Alfredo Betrò, importante direttore della fotografia e professore al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma: e anche lui è un grande appassionato di Super 8….

    Dal film esce una bellissima immagine di Roma, non banale, nonostante la presenza dei più celebri monumenti e siti, vista attraverso gli occhi stupiti di un giovane americano che ha stretto da subito un legame profondo con la Città.
    Il legame tra Kurt Cobain e la città eterna è innegabile, nel 1989 a Roma ha passato il primo day off (giorno libero) dopo settimane di tour estenuante.
    Poi nel 1991 trascorse un altro indimenticabile giorno libero, sempre a Roma, quando col pretesto dello sciopero dei benzinai cancellarono la data di Torino per venire direttamente nella Capitale.
    A Roma provò pure ad uccidersi, ma non ci riuscì.
    E comunque quella del film è la Roma solare vista attraverso gli occhi di un ragazzo, un turista a cui sembra tutto bello.

    Per la colonna sonora, invece dei brani dei Nirvana o del grunge, avete utilizzato canzoni di gruppi attuali della scena indipendente: quali sono i motivi di questa scelta?
    Per noi era importante continuare il lavoro di promozione di gruppi musicali che facciamo Dario Calfapietra e io con le varie compilation su cassetta allegate alla fanzine Tribal Cabaret. Abbiamo pensato che la scena musicale italiana va promossa il più possibile, e per questo nell’intera colonna sonora sono presenti solo gruppi italiani contemporanei, indipendenti.
    33 brani diversi, 28 gruppi, tutti già presenti nelle nostre tape compilation.
    Avevamo bisogno di musica nuova, e queste band si sposavano perfettamente con le immagini del documentario, dandogli la giusta energia, esattamente come quando arrivarono i primi gruppi da Seattle ed esplose il grunge.

    La locandina del nostro evento per Rome As You Are