Figlia di diverse culture, caraibica ed europea (padre haitiano e madre francese), la giovane cantante statunitense è già considerata come una delle voci più belle e rappresentative della nuova generazione del jazz – e non solo.
Infatti i recenti album di Cécile McLorin Salvant, GHOST SONG (2022) e MÈLUSINE (2023) coprono generi e atmosfere musicali molto diverse tra loro, che oltrepassano gli standard jazzistici. Un paio d’esempi: la celeberrima Wuthering Heights, già portata al successo da Kate Bush alcune decadi fa, viene riproposta in chiavei ntrospettiva ed essenziale. Invece Dites moi que je suis belle appare (come del resto i brani di MÈLUSINE) come una rivisitazione di chanson francese – lingua in cui Cécile si esprime fluentemente – arricchita da musicisti e arrangiamenti vicini alla perfezione.
Veniamo al concerto di Bruxelles, in cui ancora una volta Cécile ci ha stupito con un’opera, una vera pièce teatrale, dal titolo Ogresse (che per intenderci sarebbe il femminile di “orco”). Una storia raccontata in due ore ininterrotte di musica e parole, con una base orchestrale di 13 musicisti diretta da Darcey James Argue, che ricorda forse una trama shakespeariana sospesa tra il mistero, la tragedia e l’amore più profondo. La storia di una donna dalla pelle scura che vive isolata in un bosco, golosa di carne umana, che incontra un uomo – venuto per ucciderla – di cui si innamora, ricambiata, facendogli abbandonare il suo feroce proposito. Ma il finale non è felice.
Nello spettacolo, Cécile impersona cantando sia l’Ogresse che il suo disperato amante, in un gioco di suoni e voci supportato da un lungometraggio animato che viene proiettato sullo sfondo. É una fiaba che parla di amore, di genere, di diversità e di potere. Ma soprattutto permette alla voce straordinaria di Cécile di compiere piroette e incantare il pubblico che, come ipnotizzato per tutta la durata del concerto, ha tributato all’artista e a tutti i musicisti una meritatissima standing ovation di quasi un quarto d’ora.
Alla prossima esperienza, Cécile!
(Ed Pisani, marzo 2024)