Dianne Reeves – Love conquers all!
É una leggenda vivente: a 67 anni è riuscita ad attraversare professionalmente diverse generazioni di artisti dell’universo del jazz, da Carmen McRae a Wayne Shorter e Wynton Marsalis, fino alle più giovani leve come Esperanza Spalding, Cecile McLaurin Salvant e Samara Joy. Ha avuto riconoscimenti e premi in mezzo mondo, tra cui 5 Grammy Awards, ed è la prima donna ad avere ricevuto il Jazz Legends Award (dopo Dave Brubeck, Gerald Wilson, George Wein, Jack DeJohnette, Wayne Shorter, Charles Lloyd, Chick Corea, Quincy Jones, Herbie Hancock, e Terence Blanchard… scusate se è poco), dichiarando immediatamente che è solo la prima di una lunga serie di donne che si contenderanno questo onore.
I più preparati ricorderanno anche che è Dianne Reeves a cantare la colonna sonora del film di George Clooney Good Night, and Good Luck… interpretando grandi standard del jazz come One for my baby da far venire i brividi! Tra i dischi pubblicati da Dianne Reeves, THAT DAY (1997) è ad avviso di chi scrive uno dei più riusciti.
Appartiene a quella categoria di musicisti raffinati e colti, che ama esplorare le radici più profonde della musica che interpreta, fondendo spesso il tradizionale con il moderno. A dimostrazione di questo c’è uno dei suoi dischi più noti, esiterei nel dire uno dei migliori, BEAUTIFUL LIFE (2014), che contiene alcune cover come Wait in Vain di Bob Marley o Dreams dei Fleetwood Mac, riarrangiate con ospiti di rango tra cui la stessa Esperanza Spalding, Raul Midon e Gregory Porter. È una vocalist capace di virtuosismi da lasciare senza fiato, con una capacità di improvvisazione che incanta il pubblico ad ogni performance. Ed il teatro BOZAR di Bruxelles ha riservato a Dianne Reeves l’accoglienza che una leggenda – appunto – merita di ricevere.
La band che l’accompagna è fatta di suoi amici, nel vero senso della parola, che collaborano con lei da decenni e con cui l’affiatamento è straordinario. Il brasiliano Romero Lubambo alla chitarra – soprattutto acustica – ha duettato con Dianne in alcuni classici della bossa-nova e su brani arrangiati magistralmente, lasciando la sala stracolma di gente in un silenzio quasi religioso. Ho visto alcune persone commosse, asciugarsi gli occhi, seguire con emozione sincera i vocalismi veloci, profondi e articolati in cui la voce si trasforma in uno strumento che può lanciarsi in un assolo, come un piano o un sassofono, come solo sanno fare le grandi interpreti del jazz. Al piano, John Beasley, un veterano che a sua volta ha all’attivo collaborazioni con l’élite del jazz mondiale. Last but not least, Terreon Gully alla batteria e Reuben Rogers al basso.
Il repertorio del concerto è veramente vasto: oltre le colorazioni brasiliane, vengono interpretati standard come Someone to watch over me, e addirittura Minuano, il successo immortale (si capisce che lo adoro?) di Pat Metheny – in cui Dianne sostituisce la chitarra con la propria voce!
“Dopo la pandemia e il lockdown”, dice le nostra Dianne, “mi è stato ancora più chiaro cosa conta nella vita: l’amicizia, la solidarietà, la libertà e sopra di tutto, l’amore”.
Love conquers all.