Per Franz Goria, salire sul palco deve avere un senso: che si tratti di un concerto dei Fluxus o dei Black Mungo (con i quali questa settimana si era esibito davanti a 5.000 spettatori insieme a Verdena, Meg, Subsonica e Casino Royale a Torino), o delle esibizioni in solitaria della Scatola Nera, l’emozione che esplode dal musicista piemontese è palpabile, e le vibrazioni che arrivano al pubblico sono fortissime.
Anche davanti al pugno di appassionati riuniti nella platea del bellissimo Granari Spazio Off, Franz non si è risparmiato, e l’intreccio di droni, voce, e chitarra, sul tappeto di immagini significanti e ruvide che passava sullo schermo del teatro, ha costruito uno dei più intensi spettacoli del nostro programma, ancora più incisivo (e colorato, come si vede nella galleria della nostra Roberta Barletta) di quello già ammirato tre anni fa alla Cittadella della Musica.
Preceduto dall’anteprima della nuova produzione WoW Records-ZWR-FORTE! Festival, il video dei romani Resina (di cui vi abbiamo già parlato qui) e introdotto dalla nostra Donatella Donati, Franz ci ha regalato oltre un’ora di musica profonda ed etica: un concerto che serviva, in tutti i sensi., come ha ben spiegato il nostro amico Massimiliano Ercolani (D Editore, Ercolani Bros/Dock Lab), cui abbiamo chiesto di raccontare la serata.
Scatola Nera è un termine che deriva dall’inglese “Black Box”, un device generalmente progettato per resistere a condizioni estreme, usato principalmente in aviazione per preservare i dati relativi agli accadimenti di bordo nel caso si verifichi un incidente grave.
In realtà, però, la scatola nera è arancione e catarifrangente.
Il progetto di Franz Goria, artista, performer e creativo, ha per nome “La Scatola Nera” e sembrerebbe avere la stessa peculiarità del device da cui prende il nome:
l’oggetto scatola nera è un registratore dei dati di volo, ma ha un nome che non corrisponde alle sue fattezze, perché di un altro colore, così come questo progetto musicale ha il nome di un apparato che serve a registrare, ma che in realtà è possibile esperire solo dal vivo, del resto lo dichiara Goria stesso: ”…La Scatola Nera esiste solo nel momento in cui avviene, solo per chi decide di partecipare…” .
Questo è il primo dato singolare, il primo spostamento di significato: questa è una scatola nera che non registra, ma è la schedatura delle esperienze del suo creatore.
Segue un secondo spostamento: La performance avviene con il solo artista, una chitarra elettrica, un amplificatore e una serie di device elettronici (Ipad, Kaosspad, effetti), eppure la sua esibizione si chiama: “La Scatola Nera e L’Orchestra Elettriconica”, perchè un solista si auto-nomina orchestra? Non sembrerebbe esibizionismo o presunzione, e lo si deduce dal suo approccio musicale asciutto e determinato, al limite denoterebbe consapevolezza sulle proprie capacità espressive.
Infine, se prendessimo spunto dalla Teoria Comportamentista, potremmo dire che La Scatola Nera è un dispositivo le cui operazioni interne non possono essere indagate.
O meglio, di tutto il processo di semantizzazione dell’esperienza personale di Franz Goria sono rilevabili solo gli input, gli stimoli in ingresso, che Goria descrive come: “…una indagine sui pattern…”, un omaggio alle sperimentazioni musicali del secolo scorso, dal futurismo a John Cage e gli output, ovvero la musica che Franz Goria espelle con tutte le sue forze.
La prossima volta che vi orbita vicino, fossi in voi un salto ce lo farei, “per ora” è l’unico modo di ascoltare la sua Scatola Nera.
(Massimiliano Ercolani)