LA PARTITA, LA RIVINCITA, IL MITO, L’EROE

La stupenda serata alla Baia dell’Orso con la narrazione dello scrittore Fabrizio Gabrielli, raccontata con le parole di Donatella Donati e le immagini di Roberta Barletta: Maradona e Argentina, calcio e musica!

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Ci sono partite che entrano nell’immaginario collettivo e rimangono eternamente scolpite ed evocate nei ricordi delle generazioni successive, come Italia-Brasile (e la finale) del Mundial ’82 o l’altra Italia-Germania, quella di Messico ’70.
Ma per molti, non solo tifosi di quella nazionale, pronti a riconoscere il genio di gesti tecnici sconfinati in attimi di pura bellezza, “la” partita è quella tra Inghilterra e Argentina ai quarti di finale del Mondiale messicano del 1986.

Proprio così, La Partita, si intitola il libro dello scrittore argentino Andrés Burgo, tradotto da Fabrizio Gabrielli (prestigiosa firma della testata Ultimo Uomo e nostro concittadino – un’altra delle eccellenze della Città!), che ne ha ricavato una mini-pièce presentata il 20 giugno alla Baia dell’Orso, accompagnata dalla musica in tema di Francesco Di Iorio e Flavia Leonori.
Il tramonto sul mare alla vigilia del solstizio ha fatto da cornice perfetta al racconto di questo episodio, che come tutte le storie di calcio in Sudamerica rientra in un vero e proprio genere letterario, dove fatti e leggende, persone ed eroi tessono un’unica trama commovente e magica.

La galleria fotografica di Roberta Barletta

Questo è innanzitutto il racconto di come Diego Armando Maradonada fuoriclasse terrestre è asceso al mito divino”, cinque incredibili minuti in cui realizza prima la famosa rete della mano de Dios e poi il capolavoro assoluto, il goal giudicato il più bello di tutti i tempi, al termine di una corsa ispirata da un vento soprannaturale.
Da questo istante la partita assume i contorni dell’epopea, la celebrazione dell’eroe si fa narrazione corale, di tutti quei momenti che hanno preceduto e seguito quella manciata di minuti e si sono trovati a convergere come in un appuntamento voluto dal destino, in cui ognuno ha fatto la sua parte, ciascuno con la propria versione, non sempre coincidente, ma con la fierezza di aver partecipato a qualcosa di straordinario e irripetibile.

Commentate dalla chitarra di Francesco e dalla voce struggente di Flavia (come dimenticare la nostalgia in questa serata così intensamente e appassionatamente argentina?), si evocano gli episodi che hanno costruito la leggenda, divertenti, drammatici, scaramantici, narrati, anzi rivissuti con tutta l’emozione del momento da Fabrizio.
Dentro il mito irrompe anche la Storia con la maiuscola, il riscatto dell’Argentina reduce dalla dolorosa sconfitta delle Malvinas per mano degli inglesi, la rivincita di un intero popolo che trasforma la partita in un moderno poema epico, un’Iliade australe propiziata da un piccolo uomo assunto nell’Olimpo di una nazione.

“… y todo el pueblo cantò
Maradò, Maradò
Naciò la mano de Dios
Maradò Maradò
Llenò alegria en el pueblo
Regò de gloria este suelo “

(Donatella Donati, giugno 2025)

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