(foto da Facebook)
Era il mio compleanno 8 febbraio 2020: uno degli ultimi eventi prima della grande chiusura, una serata con Flavio Mazzocchi e Max Rosati che hanno parlato rilassati e familiari per più di un’ora, raccontando di aneddoti, tournée e inconvenienti spesso comici, un po’ come se ne parlerebbe tra amici su un divano a casa, davanti a più di 50 persone intervenute per ascoltarli. E poi a cena, a mangiare il baccalà.
Proseguendo la chiacchierata e condividendo esperienze e passioni legate dal denominatore che ci accomuna, la musica. Quello che ricordo sono i sorrisi, la gioia che accomuna le persone che parlano di musica, quella cosa che riesce sempre a portarti lontano, anche se per poco, dai problemi e dalla quotidianità.
Sono i sorrisi che ho rivisto tante volte, e gli stessi sorrisi di cui mi aveva già parlato chi conosceva Flavio da anni e lo aveva invitato a venirci a trovare. Perché è proprio il sorriso la prima cosa che ricorda chiunque menzioni Flavio, che non lo negava mai a nessuno, sul palco e nella vita. L’impressione che mi rimase di quella bellissima serata è quella di una persona ricca di talento e umile, come solo sanno essere i grandi, e con tantissimo da raccontare!
Ora gli hanno dedicato il giardino della Cittadella della Musica, un riconoscimento (doveroso!) della Città a uno dei suoi figli più meritevoli: la targa è stata inaugurata l’8 giugno 2022 dalla sua mamma, in presenza di qualche amico e del Sindaco.
E a me però piacerebbe che la celebrazione continuasse oltre, come la chiacchierata con Forte! Festival di cui ci restano le foto e l’intervista fatta con Max, e che in sottofondo ci fosse sempre tanta, tanta musica, come in tutta la storia di Flavio.
Pochi giorni dopo quell’evento, il mondo si sarebbe fermato: ma mentre festeggiavo con lui e con gli amici i miei 54 anni, parlavo serenamente di quello che mi piaceva, e non avrei voluto fare altro… e quando si è felici bisognerebbe farci caso.
Durante il lockdown, chiusi in casa ricordavamo quella serata, e il sorriso di Flavio era tra le cose che ci hanno spinto a non fermarci: e allora, in ricordo di tutto questo, mi piacerebbe che riuscissimo a progettare qualcosa che possa proseguire la celebrazione, qualcosa che a Flavio sarebbe potuto piacere… qualcosa che avrebbe acceso il suo stupendo sorriso.
(Giulia Morroto per FORTE! Festival)